Vi è mai capitato di non riuscire a concentrarvi, di non ricordare un nome, un termine, una parte di un discorso, di non seguire adeguatamente una conversazione o una riunione? È possibile che abbiate sperimentato il fenomeno noto come nebbia cerebrale o brain fog, termine non scientifico che descrive una sensazione temporanea di ridotta acutezza mentale.
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La brain fog accompagna la storia dell’umanità ma è stata codificata nel 1850 dal medico britannico James Tunstall che usò il termine brain fag per descrivere l’esaurimento mentale che i lavoratori del cervello (avvocati, ragionieri, ingegneri, insegnanti, studenti, scrittori, scienziati) sperimentavano come conseguenza della eccessiva concentrazione. Negli anni ’60 la sindrome del cervello fagocitato è stata aggiunta al DSM-4 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) per descrivere un eccessivo sforzo nello studio.
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Una risposta a “Brain fog e alimentazione”
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