C’è un filo rosso che percorre tutte le pagine fitte di informazioni, avvertenze, segnali di pericolo e suggerimenti di questo nuovo libro di Monia Caramma: si può sintetizzare con la parola “consapevolezza”.
La consapevolezza è insieme un prerequisito e il risultato dell’educazione, in una spirale che sale e si allarga dal sé (biologico, psichico) al micro-sociale (famiglia, scuola, cerchia di amici e colleghi), al sociale (comunità, società, pianeta) in una linea del tempo. Monia si occupa di educazione e di produzione alimentare e, inevitabilmente, la consapevolezza alimentare travalica quello che mangiamo e beviamo, per includere ciò che siamo e che vogliamo costruire – non distruggere – intorno a noi.
Non si può non ricordare il celebre detto di Ludwig Feuerbach, diventato un tormentone spesso travisato: “L’uomo è ciò che mangia”1. Oggi non si tratta più della contrapposizione ottocentesca tra materialismo e idealismo: la scienza degli ultimi decenni ci ha rivelato l’esistenza di un’intelligenza della materia finora insospettata; anche le cellule hanno consapevolezza e poi, a seguire, gli organi, gli organismi, le società. È una sorta di mega-matrioska che ci porta a livelli di complessità e di consapevolezza crescenti.
Non stupisce, allora, se troviamo interallacciate la genetica (applicata ai vegetali, agli animali e all’umano), le neuroscienze, l’industria e il commercio, la psicologia individuale e quella delle masse, l’ecologia e – in definitiva – la politica o la sua carenza, quest’ultima provocata dall’assenza di consapevolezza.
In economia si parla di “esternalità” – positive o, più spesso, negative nel loro impatto sociale – quando vi sono esiti non riflessi dai prezzi di mercato. Un tipico esempio può essere una produzione inquinante – con processi produttivi che danneggiano la salute dei lavoratori e degli abitanti intorno alla fabbrica – oppure realizzata attraverso lo sfruttamento del lavoro minorile o in scarsa sicurezza per ridurre i costi, permettendo di realizzare profitti a prezzi di mercato più bassi di quelli di produttori “sani” ed etici, che quindi vengono danneggiati dal gioco della libera concorrenza. Nel libro di Monia troverete moltissimi esempi di queste esternalità, di queste “scorciatoie” che danneggiano la nostra salute e quella del pianeta. Purtroppo quelle dei prodotti che acquistiamo al supermercato non sono etichette di eticità e di salute, ci danno soltanto delle informazioni utili, ma molto parziali.
Il mio augurio e la mia convinzione sono che il libro che avete in mano possa aumentare – in misura significativa e permanente – la vostra consapevolezza alimentare e sociale. Il mio impegno per il 2023 è che la Fondazione Enrica Amiotti possa contribuire – con l’aiuto di Monia – a diffondere questa consapevolezza tra i giovanissimi delle scuole italiane e le loro famiglie, raccolte nelle nostre Comunità Educanti Arte – Benessere – Cittadinanza.
Enrico Amiotti, Vicepresidente delegato della Fondazione Enrica Amiotti